Il Futuro del Pest Management

da | Feb 20, 2022 | Pest Kompany News

Nell’ultimo articolo avevamo parlato del patrimonio del pest management, con quello odierno ci accingiamo ad essere un po’ visionari cercando di leggere e interpretare quello che invece sarà il futuro del nostro settore. E’ di fondamentale importanza sviluppare la capacità di essere visionari, perché essere in grado di “leggere il futuro” garantisce la possibilità di poter prendere decisioni strategiche in linea con le aspettative del domani. E allora mi faccio coraggio, cerco di assumere il ruolo di piccolo stregone che consulta la sfera di cristallo del pest management ed inizio con una dichiarazione paradossale, ovvero non si può raccontare il futuro che ci attende senza leggere il passato. Il futuro del nostro settore è stato infatti scritto circa 25 anni fa quando fu emanata la famosa direttiva biocidi 98/8/CE che aprì un nuovo corso e cambiò il volto del nostro mondo. Da allora molte cose sono cambiate, il primo cambiamento sostanziale avvenne nel 2012 con l’emanazione del Regolamento Biocidi 528/12. L’obiettivo che il legislatore europeo si poneva era quello di rivalutare le caratteristiche del principio attivo, allo scopo di riconfermarne l’efficacia nei confronti delle specie bersaglio, nonché l’assenza di un rischio diventato ormai inaccettabile per l’uomo e per l’ambiente. Qualcuno obietterà che il nostro settore non è fatto solo di prodotti chimici, ma è fuori discussione che questo grande evento legislativo ancora oggi in itinere, abbia modificato sostanzialmente le regole del gioco sia sul fronte delle imprese di servizi di pest management, che su quello dei produttori di chimica di base ovvero dei principi attivi, dei produttori di formulati biocidi/PMC e dei distributori, nonché dell’utenza finale, aprendo ad esempio la strada all’affermazione di tecniche di controllo meccaniche, fisiche e biologiche e più in generale dell’IPM (Integrated Pest Management).
Cerchiamo di analizzare in estrema sintesi quelle che sono state queste modifiche sostanziali che hanno cambiato il nostro modo di lavorare e che lo modificheranno ancor di più nel prossimo futuro:
– quasi in coincidenza con l’emanazione della direttiva biocidi in quel periodo storico la sicurezza alimentare europea era messa sotto attacco dal problema della “mucca pazza” con una risposta sul fronte legislativo europeo dirompente che determinò nell’anno 2000 la produzione del Libro Bianco sulla Sicurezza Alimentare che a sua volta produsse una rivoluzione nell’ambito legislativo europeo che diede vita in particolare ai 4 Regolamenti Europei che costituirono il famoso Pacchetto Igiene (con il RE 852/04 il più famoso dei 4 moschettieri che sostituì abrogandolo di fatto il D. Lgs 155/98 sull’HACCP che tanto impulso aveva dato al settore della disinfestazione professionale).
– Ancora, il RE 178/02 sulla cosiddetta tracciabilità alimentare che introdusse il famoso principio di precauzione che ha rivoluzionato le pratiche di controllo in ambito di sicurezza alimentare ed ampliato la filiera alimentare allargandola anche alle imprese del comparto primario (zootecnia e agricoltura) che da quel momento ebbero l’obbligo di essere anch’esse assoggettate ai protocolli HACCP e quindi alla stesura dei piani di controllo infestanti. Molti principi attivi utilizzati per la produzione di rodenticidi ed insetticidi sono stati estromessi dal mercato, ricordiamo ad esempio il temephos, il chlorpyriphos, il malathion e il dichlorvos, per cui viene spazzata via dal mercato tutta la categoria di organosforici che tanto male faceva agli artropodi ma anche all’uomo e all’ambiente.
– Nel 2007 si iniziò ad affermare timidamente (ma non troppo) a livello europeo la filosofia della Mitigation Risk (RISK MITIGATION MEASURES FOR ANTICOAGULANT RODENTICIDES AS BIOCIDAL PRODUCTS), che prevedeva l’imporsi di attività di mitigazione del rischio collegate all’uso dei rodenticidi, filosofia che nel tempo ha prodotto come conseguenze concrete l’introduzione della obbligatorietà della sostanza amaricante nei formulati rodenticidi, l’uso obbligatorio degli erogatori di sicurezza, la denuncia dell’inizio attività di derattizzazioni chimiche 5 giorni prima dell’inizio dei lavori, il permanent baiting, il pulse baiting, l’obbligo di raccolta delle carcasse di murini morti in seguito alla assunzione di esche rodenticide, la divisione degli utilizzatori di rodenticidi in 3 categorie (la cui discriminante è costituita dalle taglie di prodotto e dalla percentuale di principio attivo presenti nei formulati rodenticidi): il General Public (la cosiddetta sig.ra Maria), il Professional (l’operatore interno delle aziende) e il Trained Professional (il professionista della disinfestazione o del pest management) e tanti altri divieti collegati alle attività di controllo chimico dei roditori.
– Il 2012 è l’anno delle Linee Guida Europee sulla buona pratica d’uso delle esche rodenticide ad uso biocida nell’Unione europea (EBPF European Biocidal Products Forum) che furono recepite dall’ISS Istituto Superiore di Sanità attraverso le linee guida sull’uso dei rodenticidi anticoagulanti sottoforma di MMR (Misure di Mitigazione del Rischio) e norme di buona pratica, che hanno prodotto la relativa messa a regime dei principi emanati dalla Mitigation Risk con conseguenze oggi tangibili nel settore, provocando l’introduzione del succitato Permanent Baiting che prevede l’obbligo di dismissione degli impianti chimici, fatte alcune eccezioni, entro le 6 settimane dalla installazione degli impianti stessi.
– Nel 2016 viene emanata per la prima volta nella storia europea del pest la Norma UNI-EN 16636/16 e con l’avvento di questa norma la categoria delle imprese di servizi si avvicina ancor di più all’obiettivo di trasformare l’intero settore in veramente professionale, anche se sotto questo aspetto c’è ancora molto lavoro da fare.
– Il 2019 è l’anno del No.Che.Ro. (Non-Chemical Alternatives for Rodent Control), il gruppo di lavoro incaricato dalla Commissione Europea che ha il compito di validare tecniche di lotta meccanica ed elettrocutori sotto il profilo sia etico che di efficacia secondo parametri prestabiliti, alternative ai tradizionali sistemi rodenticidi, e con l’avvento di questo nuovo corso si prefigura l’avvento di una nuova era nel mondo del rodent control.
Alla luce di tutte queste novità, e di altre che sono state sottaciute, che stanno preparando un futuro innovativo per la categoria, la figura di quello che una volta si chiamava disinfestatore o ancor prima “chaparat”, subirà una straordinaria trasformazione. Oggi il pest professional operator o utilizzando la nuova definizione coniata in Europa, il Trained Professional ovvero il professionista del pest management che ha l’obbligo di formarsi in via continuativa, assume le seguenti caratteristiche che lo identificano in modo univoco : il Trained Professional è il professionista del futuro (e già in parte del presente) che sarà in grado di svolgere funzioni di natura manageriale, consulenziale, tecnico-scientifica ed operativa applicate alla disciplina del pest management. Egli coordina e conduce le strategie di gestione degli agenti infestanti in stewardship (gestione responsabile), conformemente alla filosofia IPM (Integrated Pest Management), con i mezzi di lotta conformi ai requisiti della mitigation risk. Per intervenire con il massimo dei risultati deve possedere qualifiche attestate e riconosciute, sicure conoscenze dell’ambiente infestato, della biologia ed etologia degli animali pest, dei mezzi di controllo e delle attrezzature, delle norme e delle tecnologie applicata al settore, know how che deve essere in grado di trasferire interamente ai propri collaboratori in base alle specifiche mansioni che sono incaricati di eseguire. Pertanto i must del suo operato sono rappresentati: dall’igiene, dalla sicurezza: dell’ambiente, dei prodotti alimentari, dei gruppi vulnerabili della popolazione, dei luoghi di lavoro, degli animali non bersaglio, il tutto da condire con competenze adeguate sulla valutazione del rischio, il principio di precauzione e l’animal welfare. Il futuro del pest management è un futuro per molti aspetti già presente e la condizione fondamentale affinché gli operatori del settore dei servizi affermino la loro immagine in modalità veramente competitiva e sfidante è rappresentato dal must della formazione e della professionalità, perché il futuro è “scritto” nella formazione e nella professionalità e si chiama: TRAINED PROFESSIONAL!