Con l’odierno articolo di Plog introduciamo la categoria del nostro blog “Storia e Personaggi”. La storia che brevemente voglio raccontare è quella della nascita della cultura ambientalista su scala mondiale e dell’IPM (Integrated Pest Management), insomma una storia “moltooooo” interessante, leggere per credere! Alcuni mesi orsono consultavo con estrema curiosità un datato magazine edito nel 1994 dalla società Leica (oggi non più operativa e assorbita da un’altra azienda del settore del pest management), che era spuntato fuori improvvisamente dal mio considerevole archivio di articoli e testi, in cui si raccontava una breve ed interessante storia della disinfestazione. Ad un certo punto la mia attenzione cade su una nota che riguardava un libro definito cult, di cui non ero a conoscenza (beata ignoranza, mi riferisco alla mia naturalmente), dal titolo “Primavera silenziosa”, in cui nelle poche righe scritte si dava risalto al suo valore storico e al forte impatto sociale e culturale che lo stesso aveva prodotto, riuscendo in un’impresa che a pochissimi altri libri nella storia era riuscito fare, modificare il corso della storia stessa. Nella prefazione che lo introduceva, curata da Al Gore si legge: “Questo libro rappresenta la pietra miliare dell’ambientalismo e testimonia quanto possa essere forte il potere delle idee rispetto al potere dei politici”. La scrittrice del mitico libro, Rachel Carson, definita da alcuni grazie a questo libro, “Madre” del movimento ambientalista, in estrema sintesi riuscì a prevedere con forte anticipo sui suoi tempi (correva l’anno 1962) i negativi effetti in agricoltura dell’uso degli insetticidi chimici e di sostanze velenose, cangerogene, inquinanti o letali.
Infatti poco dopo la sua pubblicazione in USA fu vietato il DDT (para-diclorodifeniltricloroetano) e furono presi una serie di importanti provvedimenti legislativi in materia di tutela ambientale. Siccome mi fregio da anni di essere un po’ piccolo paladino, con tutti i miei limiti, di tutela dell’ambiente, non conoscere questo libro mi ha un po’ frustrato e comunque onore e merito all’azienda Leica, anche se oggi non esiste più, perché, nonostante fosse produttrice di formulati chimici, dava risalto a notizie di questa portata e quindi devo esprimere la mia gratitudine ad un’azienda chimica che ha chiuso i battenti, se non vado errato circa una quindicina di anni fa, senza la quale e chissà per ancora quanti anni, sarei stato digiuno di questa importante conoscenza. Ovviamente lascio immaginare cosa ho fatto poco dopo aver letto questa informazione, mi sono precipitato sul web ed ho immediatamente dato corso all’acquisto del libro che ho già ricevuto e che ho letto con sommo interesse e vorace curiosità.
Si trovano all’interno di questo testo dei riferimenti sconcertanti e molto forti, ma per motivi di spazio mi limito a raccontare quello che per il lavoro che svolgo mi ha colpito maggiormente, trovato nella introduzione curata da Al Gore e in cui si legge quanto segue: “Negli anni ottanta, soprattutto quando James Watt fu nominato al Dipartimento degli interni e Ann Gorsuch all’EPA (n.d.: l‘Agenzia per la protezione dell’ambiente del governo federale degli Stati Uniti d’America, incaricata della protezione ambientale e quella della salute umana, perseguite attraverso la puntuale applicazione delle leggi approvate dal congresso degli Stati Uniti d’America), gli ignoranti in materia di ambiente toccarono l’apice della loro influenza. L’avvelenamento dell’ambiente era visto più che altro come segno di un duro pragmatismo economico. Nell’EPA, ai tempi della Gorsuch, per esempio, la Integrated Pest Management (IPM), l’alternativa ai pesticidi chimici, fu letteralmente definita un’eresia. L’EPA mise al bando le pubblicazioni riguardo a questo argomento e le certificazioni dei metodi IPM furono messe fuorilegge.” Ripeto: “le certificazioni dei metodi IPM furono messe fuorilegge.” Credo che questo articolo debba concludersi qui senza ulteriori commenti, perché ogni commento e considerazione sarebbero veramente superflui … a buon intenditor poche parole. Un ultimo pensiero è dovuto: dal momento in cui ho letto questo passaggio forte e crudo riferito alla epocale messa al bando dell’IPM, ho iniziato a capire il perché, nei tempi attuali, della forte resistenza degli stakeolder nel settore del pest management, della resistenza all’affermazione di questa importante e determinante strategia metodologica, nonostante se ne parli e sia citata da famose norme che la prendono a riferimento, ma è doveroso dirlo, che sia anche scarsamente applicata dagli operatori di settore.