Terza parte di Plog che continua la sua analisi sulle linee guida IFS sul Pest Control.
A livello innovativo vi troviamo un maggiore sensibilità ai concetti di sostenibilità e digitale connessi alla gestione degli infestanti, ma quali sono questi nuovi aspetti della gestione dei parassiti.
1) Sono stati introdotti aspetti di sostenibilità e digitalizzazione a seguito del “Green Deal” dell’Unione Europea.
2) Vengono spiegati i principi della gestione integrata dei parassiti fornendo esempi.
3) Sono presentati i nuovi strumenti e tecniche innovative per la gestione dei parassiti.
4) Si analizzano i requisiti IFS relativi alla gestione dei parassiti e le domande che gli auditor potrebbero porre.
5) E’ stato aggiunto un esempio di valutazione dettagliata del rischio per diversi organismi nocivi.
Vediamole un po’ più da vicino queste novità e cerchiamo di capire quali sono le innovazioni proposte.
La prima riguarda la novità della lotta integrata ai parassiti che viene subito dopo presentata come IPM. Qui sottolineiamo un aspetto inesatto, perché la lotta integrata è la fase finale dell’IPM (Integrated Pest Managemtent) che concerne non la lotta, bensì un processo di gestione, che teoricamente potrebbe anche non prevedere che si inneschi un’attività di lotta.
Se in un determinato contesto in cui non è ancora presente un’infestazione, gestisco la potenziale problematica con idonee azioni di attività conoscitiva, di proofing e di monitoraggio, in questi ambiti le attività di lotta potrebbero non essere necessarie, quindi perché utilizzare come sinonimi due concetti che identici non sono ed uno (la lotta) è una fase dell’intero processo, quella finale, mentre l’IPM è da intendersi come il processo nella sua accezione completa?
Inoltre l’IPM viene presentato come la “base per tutti i professionisti della gestione dei parassiti.”
Ed anche in questo caso mi sia permesso dissentire da questa affermazione, perché il concetto di base presuppone lo sviluppo di ulteriori valori, azioni, competenze ed attività, mentre a mio parere l’IPM non è la base è semplicemente il “TUTTO”. Procedendo l’analisi critica, verifichiamo che si utilizza la terminologia impropria di “pesticidi”, quando nel nostro mondo il termine più idoneo, come tutti sappiamo, è biocidi.
Infine, rispetto al concetto espresso nel documento di linee guida che mira a promuovere l’implementazione dell’IPM, ritengo che avrebbe dovuto essere un po’ più arcigno e richiedere la ferrea applicazione di questa metodologia.
Bene tutta la parte che sostiene il ricorso a strumenti di IoT perché il futuro non è solo digitale, ma è sicuramente anche digitale e quella più generale che promuove l’obiettivo di stabilire sistemi alimentari sostenibili per persone sane, società sane e un pianeta sano. L’incongruenza che rilevo, rispetto a questo obiettivo straordinario e condivisibile, è nell’uso intensivo all’interno del documento dei termini pesticidi e poi anche biocidi, che sono molto incoerenti con la visione di un sistema alimentare sostenibile, senza prendere in considerazione ciò che i Regolamenti Europei prescrivono da diversi anni a questo proposito, ma … questa è tutta un’altra storia. Oggi il nostro desiderio è che l’articolo di Plog sia volutamente breve, perché avremmo piacere che si riflettesse molto sui pochi ma strategici contenuti analizzati.